COMUNICATO ANSA - Roma, 29 ottobre 2015
Mal di testa per 35% italiani, serve legge che li aiuti
Italia indietro in assistenza, ma nel settore miliardi sprechi
Il 35% degli italiani soffre di mal di testa, ma in Italia non esistono centri dedicati a questo problema e la malattia non è riconosciuta come invalidante dalle istituzioni. Del problema si è discusso oggi nella sede del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr), in un convegno con esponenti del mondo politico, esperti e pazienti.
"Serve una legge che riconosca la cefalea come una malattia sociale'', ha detto Paolo Martelletti, presidente della Società Italiana di Studi sulle Cefalee. ''Non serve - ha aggiunto – che il malato abbia tutto gratis, ma ricordiamo che se una persona chiede al proprio medico di base un certificato perchè è a letto con l'emicrania l'Inps lo rigetta. Dobbiamo creare strutture di ricerca dedicate, dove si cominci dagli studi di biologia di base fino ad arrivare al letto del paziente. Ci sono già in Italia centri di altissimo livello: aggreghiamoli, diamo organizzazione ad un'area che tratta una malattia che a livello mondiale è la terza causa di disabilità al mondo, possibilmente anche con un Irccs dedicato".
Una legge che regoli il settore, ha sottolineato l'esperto, permetterebbe anche di risparmiare tutte le prestazioni inappropriate a cui ora si sottopongono i pazienti. "Si parla di miliardi di euro l'anno perchè - ha rilevato - un emicranico cronico costa tre volte di uno episodico, ossia invece di 800 costa 2.800 euro circa, ed i malati cronici sono pari al 4% della popolazione. Spesso al paziente si fanno fare esami e terapie inutili all'insegna del 'prova con questo'. Serve invece un approccio scientifico, anche perchè stanno per arrivare i nuovi farmaci, anticorpi monoclonali contro l'emicrania ad alta frequenza e cronica, e se il Servizio sanitario nazionale non si organizza c'è il rischio di erogare farmaci costosi a pazienti con diagnosi errate".
(ANSA) Y91/S0B QBXB
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