Maria Pia Prudenzano - Centro Cefalee, Clinica Neurologica “L. Amaducci”, Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze ed Organi di Senso, Università di Bari
L’emicrania colpisce circa il circa 12% degli individui della popolazione generale. Sebbene possa verificarsi a tutte le età, la sua prevalenza è più bassa nei bambini e negli anziani mentre raggiunge un picco nella fascia d’età compresa fra 25 e 39 anni che corrisponde a quella della massima produttività (1).
A partire dall’epoca del menarca, si osserva una prevalenza nettamente più elevata nelle donne rispetto agli uomini.
Il Global Burden of Diseases colloca l’emicrania fra le dieci patologie neurologiche più disabilitanti nella popolazione mondiale ed al primo posto come causa di disabilità al di sotto dei 50 anni (2).
L’impatto sociale di questa patologia è elevato sia per i relativi costi diretti, dovuti ad indagini diagnostiche e cure che per quelli indiretti, che sono di gran lunga più gravosi e che derivano dalla perdita di giornate lavorative e di produttività (3).
Gli aspetti psicopatologici dell’emicrania rappresentano da lungo tempo un tema di ricerca di grande interesse. Negli anni ‘50 Wolff individuò un caratteristico pattern di personalità e descrisse il paziente emicranico, specie se donna, come un soggetto incline al perfezionismo e al nevroticismo (4).
In tempi più recenti, risultati di numerosi...
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